mercoledì 25 giugno 2014

BENTLY LA STORIA

BENTLY LA STORIA








Dotato di una personalità a dir poco vulcanica e di gran talento per quanto concerne la meccanica, Walter Owen Bentley fonda la Bentley Motors Limited nel 1919: la prima auto con la Flying B sul cofano debutta nel 1920, ma è dall'anno seguente che, spostata la produzione da Londra a Cricklewood, si può parlare di una costruzione di tipo industriale (pur se ridotta nei numeri, perché il W.O. Bentley punta sulle auto da corsa, alla portata di pochi).

Già nel 1923 la Bentley partecipa alla 24 Ore di Le Mans con un team battezzato Bentley Boys: al quarto posto segue la vittoria dell'anno successivo, ottenuta dal “Bentley Boy” Woolf Barnato. I primi posti a Le Mans diventano una piacevole abitudine, ripetendosi dal 1927 al 1930. Tuttavia, le corse si rivelano foriere di onore e di oneri: l'avventura a Le Mans del 1925 si rivela un fiasco, e inizia a minare la solidità finanziaria della Bentley. Vi pone una pezza Barney Barnato, padre del pilota Woolf, acquistando quasi tutte le quote: il ruolo di Walter Owen Bentley è quello di un operativo, non più del proprietario. E le incomprensioni con Barnato portano a costruire auto sì splendide, ma di scarso successo commerciale.

Complice la Grande Depressione del 1929 (e i soli cento esemplari o poco più di 8 Litre prodotti), la Bentley viene ipotecata nel 1931: la acquista la rivale Rolls-Royce, riducendo l'azienda a una sorta di marchio minore che produce gli stessi, prestigiosissimi, modelli della Casa madre. Il tutto non manca di generare tensioni e incomprensioni tra la proprietà e il carismatico W.O. Bentley (che, proprio nel 1931, divorzia dalla moglie): il sodalizio si rompe nel 1935, quando il fondatore diviene direttore tecnico della Lagonda. La situazione di Bentley ancella di Rolls-Royce dura per quasi 70 anni: nel 1998 viene acquistata dal Gruppo Volkswagen, mentre la Rolls-Royce diventa di proprietà della BMW.



BENTLY LA STORIA DEI SUOI MODELLI














La fisionomia del muso ricorda quella della Flying Spur berlina a quattro porte, ma la Bentley Continental GT è un’altra macchina: una splendida coupé le cui forme “muscolose” e aerodinamiche sembrano scolpite da un blocco di metallo pieno. Ha prestazioni dinamiche di alto livello ed è dotata di sospensioni pneumatiche autolivellanti (che abbassano l’altezza della vettura di 1,5 cm quando si superano i 160 km/h) oltre che di uno spoiler a scomparsa che fuoriesce automaticamente dalla base del lunotto alle elevate velocità. L’abitacolo, accogliente e raffinato come quello di una grande berlina, è un trionfo di pelle e radica: la selleria, in particolare, ha un rivestimento in materiale naturale di pregiata qualità, cucito con rara cura artigianale. Davanti lo spazio abbonda e si viene ospitati su comode poltrone dotate di ampie regolazioni elettriche, mentre dietro c’è un discreto agio solo per le gambe: il tetto inclinato risulta, infatti, quasi a contatto con la testa. Il motore “base” della Bentley Continental GT è il 4.0 V8 da 507 CV, affiancato dal monumentale e strapotente 6.0 W12 biturbo (prodotti dal gruppo Audi/Volkswagen, attuale proprietario della Bentley) con ben 575 CV, che per la sportivissima Speed sale a 625 cavalli. La Continental GT è dotata di trazione integrale, di sospensioni attive e di cambio sequenziale a 8 marce con comandi al volante.Chi acquista una Bentley Continental GT si trova praticamente con due vetture a disposizione: una grintosa e velocissima sportiva con prestazioni da brivido e una confortevole berlina da grandi viaggi (ma solo per chi siede davanti…). Poiché a questi livelli di prezzo qualche decina di migliaia di euro di differenza non rappresentano un problema, opteremmo per la GT W12, che ha un’accelerazione da togliere il fiato.Realizzata sulla base della (coupé) GT, la Bentley Continental GTC è una filante e lussuosa cabrio in abito da gran soirée, particolarmente indicata per indimenticabili passeggiate sui lungomare ad andatura da parata. Dotata di una lunga capote in tela multistrato ad apertura elettrica, quando è scoperta offre alla vista un abitacolo ricercatissimo, con plancia, sedili e interni porta completamente rivestiti in pelle finissima, e impeccabili rifiniture in pregiata radica. E, manco a dirlo, anche la cura costruttiva e il livello dell’equipaggiamento risultano di livello superiore: la Bentley Continental GTC offre tutto quel che si può desiderare, assieme a un comfort per i quattro passeggeri raro a verificarsi per una cabrio. Sul fronte della dotazione tecnica spicca l’abbondante e rigida scocca portante, collegata a sospensioni attive pneumatiche autolivellanti (che abbassano di 1,5 cm l’altezza della vettura quando si superano i 160 km/h) e a grandi cerchi di 19” anteriori e di 20” posteriori. Anche per la Bentley Continental GTC il motore “base” è il 4.0 V8 da 507 CV, affiancato dal monumentale e strapotente 6.0 W12 biturbo (prodotti dal gruppo Audi/Volkswagen, attuale proprietario della Bentley) con ben 575 CV. La trasmissione è una raffinata integrale permanente a gestione elettronica, abbinata a un cambio automatico-sequenziale a 8 marce. La classe e lo straordinario fascino della Bentley Continental GTC, così come la sua immagine elegante, non stimolano a desiderare prestazioni ancor più elevate di quelle - comunque già formidabili - fornite dalla versione base del 4.0 V8 (che dispone pur sempre di 507 CV). Semmai, se proprio si vogliono utilizzare i circa 25.000 euro che si risparmiano rispetto alla più costosa e potente GTC W12, consigliamo di acquistare la capote in colore speciale (per distinguersi) e i freni carboceramici (necessari per una vettura che pesa da 2400 a 2500 kg)Nell’ambito della sua lussuosa gamma, la Bentley Flying Spur è la più compatta… nonostante misuri ben 530 cm di lunghezza. Non rinuncia nemmeno a un tocco di grinta, dato dai parafanghi ben evidenti e dall’altezza del tetto relativamente contenuta (149 cm), anche in rapporto alla larghezza totale (198 cm). Un aspetto, quello della sportività, che può essere accentuato scegliendo cerchi in lega di 20 o 21 pollici e, addirittura, l’impianto frenante con dischi carboceramici. Numerose pure le possibilità di personalizzazione del sontuoso abitacolo (rifinito con cura maniacale), che ha rivestimenti in pelle e navigatore di serie e può essere reso quasi “unico” scegliendo fra inserti in materiali pregiati, impianto multimediale, hi-fi di alta qualità, sintonizzatore TV, frigobar, e finanche con sterzo e pedaliera sportivi. Inoltre, è possibile avere la configurazione a quattro posti anziché a cinque, quindi con poltrone posteriori individuali e consolle centrale estesa: l’ideale per chi viaggia con l’autista. I 625 CV e gli 800 Nm di coppia erogati dal motore W12 biturbo a benzina (di origine Audi) della Bentley Flying Spur assicurano prestazioni degne di una supercar, come peraltro lo sono alcune raffinatezze dell’assetto: per esempio, le sospensioni elettroniche avvicinano automaticamente la carrozzeria al suolo al superamento dei 195 km/h (-5 mm e -10 mm dietro) e dei 240 km/h (ulteriori -8 e -13 mm). Il cambio automatico è, ovviamente, di serie, ma le palette al volante per selezionare manualmente le 8 marce sono – come molto altro – a pagamento.Il punto non è scegliere la versione, perché ce n’è una soltanto, bensì orientarsi fra le infinite opzioni di personalizzazione: la “specialità” della casa inglese sta anche in questo. Ma non bisogna fare troppo caso alle cifre da sborsare per gli accessori della Bentley Flying Spur: se integrare con le celle solari il tetto elettrico in vetro (alimentano la ventilazione dell’abitacolo quando si lascia la vettura al sole) comporta una spesa accessibile, nel caso si desideri la carrozzeria verniciata con colore a richiesta ed effetto satinato, o si è attratti dai riflessi metallescenti della tinta “Liquid Metal”, il prezzo può lievitare persino di oltre il 15%...ornata in listino dopo oltre un decennio di assenza, la Mulsanne è l’ammiraglia che prende il posto della Arnage e segna il definitivo affrancamento della Bentley dalla “ex cugina” Rolls-Royce. È basata, infatti, su una nuova piattaforma, e anche il V8 – che mantiene la “storica” cilindrata di 6750 centimetri cubi – è stato riprogettato: grazie al doppio turbocompressore eroga la bellezza di 513 CV e ben 1020 Nm di coppia massima, ma a bassa andatura può funzionare a soli 4 cilindri limitando consumi ed emissioni; è abbinato a un efficiente cambio automatico sequenziale a otto marce. Elegante e slanciata a dispetto delle imponenti dimensioni, è un’ammiraglia adatta a chi oltre alle prestazioni cerca il massimo in fatto di finiture e comfort di marcia, e che per ottenerli non bada a spese. La sontuosa dotazione di serie comprende anche i fari bixeno, il navigatore, il telefono, il “clima” a quattro zone e il Drive Dynamics Control con regolazione della risposta dello sterzo e delle sospensioni attive su tre livelli (Bentley, Comfort oppure Sport). Lunga e “salata” la lista degli optional, ma volendo si può “approfittare” del pacchetto denominato Launch Specification: costa quanto una berlina di media cilindrata e include, fra l’altro, i cerchi di 21” al posto di quelli di 20” di serie.Il punto non è scegliere la versione, perché ce n’è una soltanto, bensì orientarsi fra le infinite opzioni di personalizzazione: la “specialità” della casa inglese sta anche in questo. Ma non bisogna fare troppo caso alle cifre da sborsare per gli accessori della Bentley Flying Spur: se integrare con le celle solari il tetto elettrico in vetro (alimentano la ventilazione dell’abitacolo quando si lascia la vettura al sole) comporta una spesa accessibile, nel caso si desideri la carrozzeria verniciata con colore a richiesta ed effetto satinato, o si è attratti dai riflessi metallescenti della tinta “Liquid Metal”, il prezzo può lievitare persino di oltre il 15%...







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